Diamanti dalle ceneri del caro estinto
Ansa – 26 marzo 2010. Di Tommaso Romanin
Diamanti dalle ceneri del caro estinto
Bologna – Un ciondolo con un diamante ricavato dalle ceneri, per portare per sempre sul cuore il caro estinto. Viene dalla Svizzera l”ultimo grido’, del settore funerario. Un’idea che fino a domenica, insieme ad una sfilza di bare, carri funebri, urne e ogni altra novità su cimiteri e affini sarà al Tanexpo di Bologna, la fiera che ospita 200 espositori da molti paesi. E’ la cremazione ad andare sempre più per la maggiore. Così, c’é chi trova modi originali per valorizzare le ceneri e ‘mettere in luce’ i parenti defunti. Come il gruppo Algordanza, dal cantone dei Grigioni, che riesce, con un processo chimico, a trasformarle in pietre preziose sintetiche, di diversi tagli e grandezze.
Ogni diamante, spiega Christina Sponza, responsabile marketing, a seconda della composizione chimica dei resti, ha sfumature di colore diverse. Una pietra che rimarrà unica, come unica era la persona che non c’é più. Un’altra opportunità è quella di contribuire, dopo aver cessato di respirare, a preservare il polmone del pianeta. Affidandosi ad Amazon’s Green Tribute, società colombiana, si può acquistare un fazzoletto di terra in Amazzonia, dove le ceneri verrano sparse. Impedendo, per 20 anni, che quel pezzetto venga deforestato. Un occhio all’ambiente arriva poi dalla provincia di Udine, con le eco-bare in bambù o cartapesta colorata del gruppo ‘Futura’. Anch’esse per la cremazione e hanno diversi vantaggi, tra cui le ridotte emissioni e l’impatto sociale, visto che sono confezionate in Bangladesh. E all’uomo che da sempre si inventa modi per mantenere viva la memoria di chi è sottoterra, una mano ora arriva dal digitale. Cornici, resistenti al sole e alla pioggia, potranno essere sistemate sulle lapidi. Al posto della monotona e fissa foto, proporranno ai passanti immagini e anche video delle diverse epoche della vita, regalando un vero e proprio ricordo ‘mobile’.
Sempre per innovare l’immagine tradizionale di cimitero, un gruppo della facoltà di architettura di Valle Giulia a Roma, ha progettato ‘Facetomb’. Maxipannelli con il volto dei morti, al posto della copertura delle tombe: un modo, spiegano i ricercatori perché “i defunti ci mettano la faccia”. Non mancano infine i gadget, di cui fanno incetta i curiosi: dai taglieri, ai portachiavi, alle scatole di caramelle a forma di cofani, fino all”elisir di lunga vita del becchinò, un intruglio di erbe portato dalla Germania. Sull’etichetta: “Risveglia lo spirito vitale, dona allegria e conforto e rinforza il sistema immunitario”. Se non fosse per il lavoro di chi lo consiglia, suonerebbe come un auspicio.